1 aprile 2011

untitled

Un cuore artificiale io vorrei.
Nessun suono.
Non questo pianoforte pieno di violini.
Non questo slancio che nasconde sotto ali così immense.
Non quei sogni.
Nessun suono.
Meccanismo meccanico perfetto, spietato ed infallibile.
Robottino di ceramica a comando.
Non provare nulla.
Ritrovarsi la distanza necessaria perché neppure mi sfiori il sentimento, l’amore straziato dal lirismo.
Nessun suono.
Nessun volo verso l’alto alla ricerca di bellezza, non dolcezza, non dolore, non speranza, non la rabbia, non la delicata voglia delle braccia che ti tengono per sempre.
Nessun suono.
Non cadere per l’affanno di trovare della luce laggiù in fondo.
Nessun suono.
Non questo pianoforte pieno di violini.
Non questo slancio che nasconde sotto ali così immense.
Non quei sogni.
Nessun suono.
Un cuore artificiale io vorrei, ferro duro sotto il petto, guerriera che non soffre nella lotta, questa tregua, questa anestesia grandissima, questa corsa in mezzo al sangue senza lacrime, sempre altrove, sempre forte, invulnerabile, magnifica. Dai prova a ferirmi, io non sento, non ci sono, sempre altrove, sempre forte, invulnerabile, magnifica.
Dai prova a ferirmi, colpisci con potenza, fammi fuori, urlami qualcosa di terribile, sbranami, dai sbranami, io non sento, non ci sono, sempre altrove, sempre forte, invulnerabile, magnifica.
Ho questo cuore, ho questo cuore difettoso, questo cuore mostruoso, questo cuore spaventato, questo cuore che chiede, questo cuore che cerca l’amore, lui cerca l’amore, lui cerca la vittoria, lui mi vuole presente, lui vuole vincere, lui vuole essere orgoglioso di me, lui mi vuole applaudire, lui mi vuole vedere combattere, lui mi vuole vedere gioire, lui vuole esultare, lui vuole la mia tenerezza, lui vuole essere amato, lui vuole essere protetto.
Lui è mio figlio.
I.S.

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