20 febbraio 2011

Era un inizio.

Butto giù la mia dose mattutina di veleno indonesiano.
Solita procedura del mio risveglio. Lui. Il caffè.
Una bella grossa fetta di chicchi pronti a farsi macinare fino a metà pomeriggio. Amo profondamente prolungare il mio risveglio ripetendo la procedura di macinazione fino alla nausea. Ore 11:55 il mio primo caffè è gia terminato.
Lungo, come piace a me.
Sigaretta tra le dita. Africa che russa alle mie spalle e io pronta a sentirmi nuova dopo aver ri-toccato il fondo e dopo aver riscoperto di poter ancora farcela.
Sono viva e sono attiva. La depressione di ieri è già passata.
Andrea è ripartito per L'inghilterra due giorni fa.
La mia presa di coscienza è arrivata solo ieri pomeriggio, quando mi sono ritrovata sola e senza nessuno a cui distruggere l'equilibrio emotivo.
Ma oggi è un nuovo giorno, anzi no! Oggi è il nuovo giorno..retorica di ogni anno..Il 2010 è cominciato solo tre giorni fa.
Chi ha inventato il detto che chi ben comincia è a metà dell'opera è solo un bastardo che ha troppo tempo per fingere di vivere la propria vita.
Chi vive sul serio la propria vita non ha tempo per pensare di sorridere, sorride e basta. Io oggi sorrido, anche sè da fuori ho sempre la stessa aria inquieta e dannata di chi è ancora alla ricerca di un mestiere con cui esprimersi. Devo trovare una quotidianeità per far vedere ad Andrea che sono cambiata. Intanto batto questa tastiera sentendo la famosissima french sbattere nervosamente a minacciare altre rotture..due delle mie unghie finte, prontamente ricostruite come regalo natalizio di mia sorella, sono ormai spezzate. Tra poco farò in modo di rompere anche le altre. Odiose, inutili tecniche di estetica femminile perversamente destinate alla conquista delle fantasie più recondite del machio eccitato. Ad Adrea piacciono. Almeno piacevano fino al giorno che le ha viste spezzarsi contro il suo giubbotto di pelle nuovo. Da quel momento in poi, la sua opinione divenne "non fanno per te"..
Ricordo della notte di capodanno.
Propositi esemplari di coppia.
Non bevo piu.
Non Fumo piu.
Non perderò mai piu il controllo amore mio.
Lo giuro.
Questo, fino al momento in cui scuotendomi come una furia incatenata dalle sue braccia, dopo aver provato l'uno e poi l'altro e ancora quell'altro...non mi sono ritrovata con un botto vero e proprio in fronte. Ecco il mio ricordo del nuovo anno. Ecco qualcosa di rosso e nuovo per entrare prepositiva in questo 2010 che si è appena aperto a me...Finalmente comincia a sgonfiarsi. Finalmente ho convinto Andrea che non riaccadrà mai piu. E rieccomi carica di nuovi propositi, per la mia nuova vita. Dimostrare a me stessa, a lui, e a tutti i suoi carissimi amici che non sono quella che divento quando smetto di ragionare sotto gli effetti delle droghe. Si, perchè tutte le volte che Andrea scendeva da londra e capitava che ci ritrovavamo a una delle solite feste drumm dei suoi fratelli, io davo il meglio di me possedendomi di vodka liscia senza ghiaccio e contorni vari. Ma questa è un altra storia. Oggi sono qui, pronta a battere ancora queste dita su questa tastiera e chissà se questa volta sia la volta!
Sono di nuovo in questa stanza, a casa dei miei genitori.
In Italia.
Sola.
Con la mia africa e senza nessun'altro.
Da Gennaio sapevamo che non sarei più ritornata a londra. I tre mesi di convivenza avevano rotto ogni incantesimo. Io e andrea eravamo passati dall'amore e la passione alle grida e la passione, fino al silenzio e la passione. Pessima cosa il silenzio! Ho sempre odiato l'idea di far parte di una di quelle coppie che per restare insieme fingono di non vedere e sentire. La sola idea di essere una Lei che si accontenta di un compagno distratto pur di non essere sola, mi faceva impazzire ancora di più. IO ho sempre scelto la guerra. La lotta. L'amore vero e quindi il sangue, le lacrime, la passione e la gioia di ritrovarsi ancora a sorridere dopo una notte in bianco passata a confessarsi ogni più piccola fragilità dell'essere.
Io di paure ne ero piena e adoravo riferirgliele tutte.
Per me rapporto autentico significa questo.
Dare ogni materia celebrale e condividersi fino alla stregua di se stessi.
Andrea ha invece un opinione opposta su come gestire le proprie paure.
Lui nega di averle. Decide solo di ammetterle sotto un mio stretto interrogatorio senza fine. Cosa che ultimamente mi ha fatto riflettere sull'eventualità di essere io la causa di quelle sue paure. Ma poco importa se comq alla fine riusciamo ancora a sopravvivere alla nostra storia d'amore. Se non è amore non è storia.
Se non è storia non ha senso perdere tempo.
Così passammo tre mesi a dormire sullo stesso letto.
A svegliarci quando uno dei due aveva un sogno troppo violento da dover raccontare subito. Sono sempre stata una maga a interpretare i sogni. I suoi li ho quasi sempre omessi per paura di mostrargli desideri inconsci che avrebbero potuto compromettere la nostra storia.
Era la prima per me.
La prima storia d'amore che vivevo, e che vivo ancora oggi, per fortuna.
Lui è dolce e inizio a vederlo soltanto oggi, dopo 7 mesi, quando guardo i suoi occhi e l'espressione tenera del suo viso.
Per 26 anni ho sempre solo sbattuto la testa sopra storie rigide come tavole di legno pregiato.
Non avevo mai provato amore.
Solo desiderio di conquiste impossibili da realizzare.
Solo, Voglia di vittoria.
Di vanità.
Di conferme.
Solo, Insicurezza e bisogno di lodarmi.
Il passato resta passato.
Appunto diventa una parte di te che vorresti lasciarti alle spalle ma che in realtà hai sempre costante dentro te stesso e che a volte riaffiora per ricordarti da dove vieni.
Io vengo dall'autodistruzione.
Dal non amore.
Dalla rabbia e dalla determinazione morbosa e ossessiva di non cessare mai qualcosa che si ha cominciato.
Io vengo da me stessa, che non so chi sia.
Me stessa che non ho mai conosciuto e mai smesso di cercare.
Me stessa che a furia di trovarmi ho finito con il perdermi..
Ecco la mia contraddizione, ecco me.
La contraddizione.
La strada angelica e semplice da desiderare che quando intraprendi subito si biforca minacciandoti con la tentazione di aprire quellle porte che a fatica sei riuscito a chiudere. Le porte delle tue fantasie incestuose. Il buono e il cattivo che solo in perfetto equilibrio possono farti vivere con una lieve espressione di serenità nel volto.
Ma io non voglio vivere.
Ho scelto dalla nascita di sopravvivere.
La vita verrà dopo.
Questa è solo sopravvivenza e non esiste altro di più reale.
Tormento e Estasi.
Sogni incontrastanti che si scagliano come pietre sulla forza di volontà creando schegge affilatissime che mettono a repentaglio l'incolumità della ragione. L'ecclamata razionalità di cui tutti parlano come se fosse una semplice regola da attuare. Tutto facile per il popolo umano. Se non la usi sei matto. E basta. Non ci sono alternative. Non ti danno alternative. Come se tutto fosse una macchina. Come se tutti conoscessero come funziona questa macchina. Come se ogni cosa fosse semplice come accendere e spegnere l'interruttore della luce. Nessuno bada a quel processo di avvio. Tutti sanno solo che schiacciando un tasto la luce arriva. Ma quella luce da dove viene? Cio' che chiamiamo luce cosa è in realtà? E la forza immensa che la muove e la produce..Interrogativi sospesi a cui pochi fanno caso.
O sei bianco o sei nero.
Nessuno più guarda le mille sfumature che ti rendono un momento bianco e un momento nero.
Nessuno più vuole comprendere.
Si vive e basta, convincendosi che tutto sia alla portata.
Che gli uomini siano uomini, che la vita sia fatta di poche regole precise che se rispetti, almeno nel contorno di vita sociale, sei credibile e avrai successo.
Non per forza successo in termini epocali ma almeno successo nel tuo quartiere, tra la tua famiglia, nella tua città e in mezzo a coloro che si imbattono in te ogni giorno della tua vita. Questo conta oggi.
I tumulti emozionali che ti tengono sveglio la notte si dispiegano tutti in quattro motivazioni mediche facilmente risolvibili con le nuove tecniche farmaceutiche.
Mia nonna non dorme mai la notte. Il medico le ha prescritto dei sonniferi ma lei non dorme uguale. E' perchè è vecchia. Sta male. Ha paura, qualcuno come me osa. Ogniuno dice la sua per non accorgersi dell'effettiva realtà.
Lei non dorme. Senza che alcun farmaco le conceda una pausa. Mi è capitato spesso, soprattutto in passato, di sentire pressioni dentro il cuore talmente schiaccianti da non riuscire a dormire prima dell'alba. Poi la luce rifletteva in me un senso di pace e magicamente il sonno sfiorava le mie inquietudini. Quella luce è la speranza. La consapevolezza della mia giovane età e della possibilità di salvarmi da quei tormenti notturni. Domani le cose potrebbero cambiare. Il dolore cesserà, e di certo un altro arriverà a sostituirlo e così via fino a diventare cinici e indistruttibili, o fino a diventare come mia nonna, intolleranti al sonno.
E cosa voglio io da questa mia vita, forse un matrimonio di compromessi tra me e la società e tutto il mio mondo vero nascosto sotto effetti staminici?
Il cibo, l'alcol, le sigarette, perchè no, anche il solito luogo comune, la televisione, e poi ancora, l'amore che oggi si sa cos'e',no!?! E andando oltre. Quella quotidianeità fatta di vita obbligata, il lavoro che a volte scegli e a volte trovi e basta, l'amica di cui ti accontenti, il paesaggio che ti fa sognare, e quel mucchio di sogni che poi nascondi per rientrare nel meccanismo che ti salva da ogni inquietudine. La vita.
Quando si è giovani si attraversano i fatilici momenti in cui niente sembra reale e tutto ti invita solo a sopravvivere, poi cresci e ti stabilizzi o meglio nel mio senso destabilizzi. Chiudi gli occhi e smetti di sentire dentro. Vivi il fuori e sei maturo. Pazzo se continui a cercarti. La società non andrebbe avanti e la vita sarebbe un caos di anarchia e follia. Ecco tutto quello che non si dice, che non si pensa, che non conviene pensare neanche. Perchè porsi delle domande quando tutto potrebbe essere facile? A volte mi sono chiesta anche questo.
A volte ho detto anche questo. Ma quando decido che devo amare, allora ecco che tutto cambia.
Lui mi vorrebbe normale.
Io mi sforzo di esserlo ma la bestia esce fuori e le domande danzano frenetiche con me. Ho tutto d'avanti.
Una storia che se voglio fila liscia.
Una famiglia che se VOGLIO fila liscia.
Una vita da creare.
Un lavoro qualsiasi da trovare e da tenere stretto fino a che chissà.
Magari qualcuno potrebbe volermi vedere più in alto, e allora ecco gli interrogativi facili da risolvere. Un master in giornalismo, qualche migliaio di euro per un corso allo IED e poi da lì se ci credi vai. Ma dove? Il talento è dentro ogniuno, basta volerlo scuotere sul serio. Ma la vita non ho mai creduto fosse fatta di semplice volontà. Ho sempre ritenuto che per rappresentare certi tipi di talenti bisognasse incontrare anche il momento propizio e la circostanza ideale. E anche il nome più acclamato ideatore di stile e di accessori indispensabili a parti di vita necessari alla moderna sopravvivenza è, e resta, comunque un uomo che sopravvive nel intermedietà emotiva.
Ecco quindi la mia fine.
La scelta finale per la stabilità del mio sistema nervoso.
Essere me stessa cambiando continuamente.
Essere la parte che preme più forte, la mia personalità a seconda delle circostanze da affrontare. Essere me senza quel dovere essere in una sola e precisa maniera, senza quella rassicurante e piacevole aurea di benessere finta e inutile, che tanto, tutti vogliono. Stare bene nelle mie innumerevoli montagne russe. Nelle convizioni mutevoli, negli stati di amarezza e malinconia, nella gioia e nella follia, nella voglia di uccidere, di gridare, di far male e di amare, proteggere e curare ogni strato di mutevole costanza entro cui spravvivo.
La coerenza Ë importante, e io ho scelto di essere coerente con le mie molteplici forme d'essere.

1 commento:

  1. meravigliosamente tragica e straziante , come la più grande delle passioni . meraviglioso riuscire ad esprimersi come fai tu . vorrei ritrovare e riconoscere le molteplici forme che vivono in me ..ma ne ho perso il coraggio al momento. sei esasperata e consapevole ,non mostri paura forse angoscia, ma non è colpa tua..ma di tutta la merda che il mondo ci consegna . sei bella .

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