28 luglio 2012

I Wish To Weep

Non sono una persona polemica, al massimo mi considero una persona che analizza la vita e tutto quello che la costituisce, dalle cose più semplici e banali, a quelle più personali e mentali. Giudico il mondo senza permettere a una mia morale di criticarlo. Non ho una morale, modifico me stessa con la stessa velocità di un battito di ciglia e io stessa non saprei catalogarmi in nessuna tipologia caratteriale.
Il resto del mondo (megalomania) potrebbe pure pensare quel che vuole, conviene, vedere, sentire, percepire e tirare fuori giudizi come freccette contro, per farsi il favore di regalarsi una bella dose di vanità personale.
SBAGLIANO SOLTANTO.
SBAGLIAMO SOLTANTO.
Non mi si può prendere in alcun verso del giorno e della notte, in alcun verso uscito dalla mia bocca perchè quello che penso è sempre molto più in là di quel che voglio e posso mostrare. Non mi importa essere da questa parte o da quell'altra, mi importa essere senza pensare dove sia e come sia, solo non faccio a meno di essere presente a questo spettacolo di giocolieri imbottiti di orgoglio e vanità che danzano sparando proiettili dal tocco leggero come piume. Le sole cose di cui non posso fare a meno e di cui ho certezza è il caffè, ancora non sono arrivata al whisky da mettergli dentro e non so mai se ci arriverò visto che la mia vita è ben indirizzata verso una strada lineare e produttiva. E poi necessito di dare quell'aria sopra il mondo che mi fa tanto scudo su ogni cosa che mi respira intorno. Sono innamorata di me.
Profondamente innamorata di me. E come chiunque altro innamorato di se stesso, voglio l'amore del mondo ai miei piedi, anche se oggi comincio ad adattarmi al pessimo ascolto del pessimo mormorio che spesso mi assorda. Tornata da pochi giorni alla mia città natale non ho potuto far altro che vivere pienamente la giostra pietosa con cui ci si dovrebbe divertire. Non che abbia visto di meglio, o forse sicuramente si, ma pessima la musica e la gente che si adatta e si fa piacere anche la merda ben spalmata come fosse marmellata su un toast andato a male. E tutti sorridono e aspettano l'alba, e io sorrido e con loro faccio lo stesso, ma quest'alba arriva troppo presto, e non si smaltisce la soddisfazione. Non si riempie il barattolo, restiamo come una intera popolazione sconvolta in attesa del prossimo giro. Che bisogna farci, c'è a chi piace così. C'è chi non ha visto di meglio. C'è di peggio. C'è che ci si accontenta, c'è chi trova pace in questa piccola giostra dove il nastro s'incanta sullo stesso brano.
E si ripete, si ripete, ancora e ancora. Ancora. Partire è sempre la soluzione più allettante, la consolazione che ti fa ascoltare piacevolmente quel nastro che gira sempre uguale. Ma in fondo, forse tutta la vita è come un nastro che gira e che quando finisce rimettiamo da capo. O forse, questa è solo l'amara consolazione per dire "hey, ma la vita è bella! Andiamo alla prossima festa che tutto è diverso". Ed è talmente vero che mi viene una lieve nausea. La vita è così bella, solo eviterei la prossima festa dove si crede sul serio che tutto sia diverso.


2 commenti:

  1. rientrare a Catania è sempre cosa difficile assai...stai attenta a non riempirti di festa e roba simile....potresti veramente starci male...io ti consiglio di prendere il meglio delle "nostre parti"...che sia la natura estiva al momento, i bei posti...gli odori di casa ed i ricordi....Lu.

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